Per i lavoratori del call center Accenture di Palermo è arrivata la triste (e purtroppo non evitata) notizia. La multinazionale americana ha fatto partire le lettere che sanciscono l’inizio della procedura di mobilità. Come previsto dalla legge (223/91) ora ci sono 75 giorni per raggiungere un accordo fra azienda (in questo caso aziende, visto che nlla partita c’è anche BT Italia) e sindacati, trascorsi i quali i licenziamenti diventeranno definitivi.
Mesi di battage non hanno portato i risultati sperati ai 262 lavoratori per i quali si avvicina lo spettro che l’hashtag #262acasa ha cercato (finora inutilmente) di esorcizzare.
Il copione non è cambiato rispetto alla scrittura iniziale. Tutto parte con BT Italia che decide di non rinnovare la commessa per le sue attività di contact center ad Accenture. Una commessa partita nel 2005 con la cessione del ramo d’azienda di BT relativo alle attività di call center. Il matrimonio finisce e Accenture decide di non proseguire l’attività. I 262 lavoratori rimangono con il cerino in mano. Dopo settimane di trattative a settembre le aziende avevano trovato un loro accordo. Si sarebbero fatte carico dei lavoratori (per il 70% sarebbero transitati in BT Italia e per il 30% sarebbero rimasti in Accenture), ma per i sindacati le condizioni poste erano inaccettabili.
Non accettabile l’accordo tombale richiesto dalle aziende (in particolare sembra da BT) a tutti i lavoratori. Non accettabile la decurtazione del 12% delle retribuzioni, fra demansionamenti e rinuncia a scatti di anzianità.
“Siamo consapevoli del periodo di incertezza che i dipendenti di Palermo e le loro famiglie hanno attraversato. Accenture resta disponibile a cercare una soluzione con tutte le parti coinvolte”, ha dichiarato Accenture in una nota.
Prossimo round l’11 novembre, giorno in cui è arrivata la convocazione del ministero del Lavoro.