La vexata quaestio delle fatturazioni a 28 giorni torna a colpire le compagnie telefoniche sanzionate dall’Agcom con multe per complessivi 9 milioni.
Motivo? La mancata restituzione automatica dei “giorni erosi”.
Nell’ordine si parla di 3 milioni per Telecom; 2,5 milioni per Vodafone; 2 milioni per Wind Tre e 1,5 milioni per Fastweb.
Per capire i contorni della vicenda occorre tornare indietro al 2015.
Il periodo di rinnovo delle offerte ricaricabili per la telefonia mobile viene portato da cadenza mensile a 28 giorni ad agosto 2015 da Tim, a novembre 2015 da Wind, a marzo 2016 da Vodafone e ad aprile 2017 da Fastweb.
Le polveri finiscono però per accendersi per le tariffe sul fisso e non sul mobile. Agcom interviene per prima nel marzo 2017 con la delibera 121 in cui viene stabilita l’obbligatorietà della fatturazione mensile per i servizi sul fisso e ibridi (salvo il mobile).
La delibera dava 90 giorni per mettersi in regola, passati invano. Si va avanti a colpi di delibere e ricorsi. Ma intanto la legge 172/2017 ha obbligato alla fatturazione su base mensile – a partire da aprile 2018 – nelle tlc, ma anche per le pay tv. E il Consiglio di Stato di luglio 2019 ha chiuso il capitolo rimborsi, a favore dei consumatori, prevedendo meccanismi di restituzione automatica, senza necessità di avanzare richieste.
Nel frattempo Antitrust ha sanzionato per 228 milioni di euro complessivi le 4 compagnie, con l’accusa mossa dall’Autorità di aver fatto cartello nella fase di ritorno alle fatturazioni mensili mantenendo inalterato l’aumento dell’8,6% risultante dall’aver ridotto da mensile a 28 giorni la fatturazione.
Agcom ora è intervenuta sulla mancata restituzione automatica.