Coronavirus, dietrofront della Spagna sul divieto di cambiare operatore tlc

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La Spagna fa dietrofront sul divieto, deciso in piena emergenza coronavirus, di permettere il cambio operatore nella telefonia.

Come riportato già sul Sole 24 Ore dell’1 aprile, la Spagna ha fatto un passo indietro, mantenendo comunque il divieto di portabilità solo nei casi in cui il cambio operatore debba comportare l’arrivo di un tecnico a casa.

Adesso occorrerà vedere cosa succederà in Italia dove un emendamento al Dl Cura-Italia prevede il blocco della portabilità per fisso e mobile fino alla fine dell’emergenza. Quindi, fino al 31 luglio considerando che quello è il termine dello stato di emergenza come previsto dal Governo.

Una delle motivazioni dell’emendamento presentato dall’accoppiata Lega-M5S (un tuffo nel passato comune del breve trascorso giallo-verde all’esecutivo) stava proprio nell’esempio spagnolo.

Venuto meno, viene meno un argomento importante. Tutti attenti nelle tlc. A Tim, Vodafone e Wind Tre – rimasti silenti – il blocco non dispiacerebbe. Fastweb, Iliad, Open Fiber sono schierati dall’altra parte, contrari al divieto di portabilità e pronti a fare le barricate. I sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni sono a favore dell’emendamento, puntando l’attenzione sulla necessità di tutelare la salute di tecnici e addetti e identificando la ratio della propria presa di posizione nella volontà di preservare i lavoratori da possibili attività e uscite in questo periodo. I consumatori sono perlopiù contrari, ma ci sono anche associazioni favorevoli.

Un ginepraio. Al Governo l’ultima parola

UPDATE DELLE 16.40

Alla fine anche l’Italia fa retromarcia. La Lega che aveva presentato uno degli emendamenti al Dl Cura Italia, non lo ha segnalato infatti per il voto in commissione. I Cinque Stelle, che inizialmente avevano segnalato il loro emendamento per il voto, lo hanno poi ritirato.