Un’adesione che per i sindacati è attorno al 90 per cento; l’azienda, contattata dal Sole 24 Ore, parla di un’adesione al 70 per cento. Al di là della divergenza sulle cifre, lo sciopero a La 7 ha lasciato il segno. A protestare sono stati i lavoratori non giornalisti. al centro delle richieste c’è il riconoscimento dell’integrativo aziendale, comprensivo per esempio di buoni pasto, anche per i neoassunti e i lavoratori con contratto a termine. Le trattative fra azienda e sindacati si sono poi arenate attorno al riconoscimento di un premio di produzione che, in era Telecom, non mancava.
Da qui la protesta e una dura nota con cui Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uilcom e le Rsu de La 7 hanno peraltro puntato l’indice contro l’azienda che “prevedendo l’alta adesione dei lavoratori e delle lavoratrici di La7 ha inoltre predisposto la preventiva registrazioni di alcuni programmi e lo spostamento delle attività telegiornalistiche su sedi esterne e tramite l’utilizzo di service”. A questo poi si uniscono le proteste dei giornalisti, che non hanno scioperato ieri, ma hanno affidato al CD-R un pacchetto di cinque giorni di sciopero. I giornalisti, si legge nella nota del cdr, “chiedono la corretta applicazione del contratto giornalistico tutt’ora disatteso”. Qui a mancare è il riconoscimento di un’indennità per il lavoro domenicale. “L’editore smentisca non a parole, ma concretamente la realtà dei fatti” e cioè quella che i sindacati giudicano una volontà di “disinvesimento nei settori vitali produttivi dell’azienda”.
Insomma, per Cairo si prepara un gran bel braccio di ferro.
L’articolo di Dagospia sui disagi nella programmazione
Mia Intervista a Cairo sul Sole 24 Ore del 9 gennaio