L’oggetto della comunicazione interna Rai (di ieri, 25 febbraio, alle 11.50) mette inequivocabilmente sull’attenti: “Provvedimenti restrittivi per le missioni di servizio – emergenza “coronavirus”. E anche il nocciolo della comunicazione non è da poco: blocco delle trasferte nazionali e internazionali.
Curiosa coincidenza: la comunicazione interna sarebbe arrivata proprio mentre – come scrive oggi la Repubblica – da Palazzo Chigi sarebbe partita una telefonata all’indirizzo dell’ad di Viale Mazzini, Fabrizio Salini, per “raffreddare” l’informazione sul tema coronavirus.
E quindi da una parte si chiede di raffreddare i toni, mentre dall’altra parte si impone il blocco delle trasferte?
La spiegazione più plausibile è che la circolare si stata pensata e inviata prima dell’episodio ricostruito da Repubblica.
UPDATE: Fonti di Viale Mazzini hanno detto all’Ansa (take delle 11.40) che questa telefonata non c’è stata. Sono fonti. Ma tanto non è questo il nocciolo della questione
C’è invece da fare una importante precisazione: il blocco delle trasferte non riguarda l’attività dei giornalisti. Si parla invece di tutto il resto del personale dell’azienda. E in effetti si legge che sono da ritenersi vietate tutte le trasferte “non direttamente connesse a esigenze di copertura informativa” o “non funzionali a garantire la continuità operativa aziendale”. Ma in genere dietro formule molto ampie si cela la possibilità di avere interpretazioni molto ampie.
Quindi la Rai mette il motore in folle e va a velocità di crociera?
Certo, nei fatti si sta fermando anche il Paese (almeno in buona parte). E questo è un fattore che non va trascurato.
Repetita: non si tratta di giornalisti.
Per tutto il resto del personale della Rai- interessato invece dalla circolare – si legge che “sul piano formale l’autorizzazione delle missioni consentite – sulla base dei criteri citati – è riservata ai soli direttori (o responsabili apicali delle strutture a diretto riporto dell’amministratore delegato) previo coordinamento con la task force aziendale dedicata”. E comunque “Eventuali esigenze in deroga ai criteri sopra indicati dovranno essere preventivamente discusse con la Task Force”.
Quindi, per essere ancora più chiari: la circolare non riguarda i giornalisti. Ma tutto ciò non equivale a dire che in trasferta possono andare SOLO i giornalisti. Vuol dire invece che per gli altri valgono blocco e autorizzazione secondo i criteri citati nella circolare.
Detto ciò, guardiamo la cosa da una prospettiva particolare: con l’attenzione rivolta all’emergenza coronavirus i toni sulla Rai – con tutto il suo portato di polemiche politiche quotidiane – si stempereranno per il momento.
Ma la Rai che frena per il coronavirus come ne uscirà?