Copyright, la battaglia di Aie e Fapav contro Tnt Village


Scambio “etico di opere digitali”. Lo definiva così il fondatore Luigi Di Liberto. Ora però è arrivato lo stop per Tnt Village: una delle più utilizzate piattaforme per la diffusione non autorizzata di contenuti italiani protetti dal diritto d’autore.

A ordinarlo, in via cautelare, il Tribunale di Milano sezione Diritto d’Impresa che ha avallato in toto le richieste dei titolari dei diritti – Associazione Italiana Editori (Aie) e Fapav – e ha disposto l’inibitoria fino al giudizio di merito.

Insomma un colpo che va a essere inferto alla piattaforma arrivata a oltre un milione di utenti e a mettere a disposizione oltre 130mila file (di cui 30mila tra ebook, materiali di studio e audiolibri).

Come funzionava?

L’attività di TNT Village viene esercitata tramite la creazione di schede descrittive delle varie opere disponibili, l’indicizzazione di file torrent che consentono il download dei contenuti desiderati, e la fornitura di servizi di indirizzamento che rendono più efficaci le operazioni.

Questo significa che i file veri e propri non risiedono nella piattaforma, ma sono disseminati tra i computer degli utenti connessi. La dimensione della comunità di riferimento rende molto efficiente il meccanismo del file sharing, tanto che non è infrequente che una certa opera sia scaricata anche in decine di migliaia di copie.

«È un grande risultato. Non c’è nulla di etico – commenta il presidente Aie, Ricardo Franco Levi – in comportamenti lesivi dei diritti come questi». Fapav, dice il presidente Federico Bagnoli Rossi, «insieme ad Aie sta continuando a verificare che il database del portale non sia riproposto su altri siti».

Il fondatore della piattaforma dal canto suo ha inteso condurre una sorta di battaglia ideologica tesa alla sollecitazione di una riforma complessiva del sistema del diritto d’autore, con drastiche riduzioni della sua durata. È stato anche il candidato di punta del Partito Pirata nelle recenti elezioni europee.