L’ultimo squillo di tromba è arrivato ieri. L’accordo fra Sky e Class Editori – in base al quale la tv della galassia Murdoch ha acquistato la possibilità di trasmettere sul canale 27 del digitale terrestre – non è roba da poco. Il comuniocato di Class Editori resta a dir poco sfumato sul punto chiave e cioè che con questo intervento Sky raddoppia per portare sulla tv in chiaro Sky Tg24. Tutto normale se non fosse che Sky vive di abbonamenti. Come si concilia questo modello di business con un aumento dell’offerta in chiaro? I prossimi mesi saranno decisivi per capire.
Intanto però, aiutato da quanto riportato e messo in evidenza dall’ultimo rapporto di It Media Consulting, ecco una carrellata delle principali 15 date della Tv italiana nel 2014. Un mercato in cui sono nati nuovi canali tv sia sulla piattaforma satellitare (Sky Atlantic piuttosto che Fox Comedy o Fox Animation), sia sul Dtt (Agon Channel) dove anche Sportitalia a giugno ha ripreso le trasmissioni (dopo la parentesi Lt Multimedia). Intanto fra gli editori Viacom, ma soprattutto Discovery (quarto operatore per ricavi e terzo per share in Italia), stanno guadagnando spazi.
Di seguito quindi i principali fatti del 2014. Fatti i cui riflessi si sentiranno, eccome, anche nel 2015
- Assegnazione dei diritti Champions League 2015-2018 (10 febbraio). – La Uefa assegna a Mediaset – che la spunta così su Sky – i diritti in esclusiva per la trasmissione in diretta della Champions League nel periodo 2015‐18, per circa 700 milioni di euro. L’assegnazione comprende i diritti pay relativi a tutti gli incontri del campionato. In aggiunta, l’operatore ha la possibilità di trasmettere gli incontri anche in differita, gli highlights, tutti i gol visibili la sera stessa, oltre alla diretta streaming degli incontri su tutti i dispositivi fissi e mobili. Mediaset e Sky troveranno un accordo o la tv di Murdoch rimarrà all’asciutto per la Champions League a partire dalla stagione 2015-2016. Secondo alcune valutazioni il gruppo di Cologno attende un travaso di almeno 700mila abbonati. Fatto sta che l’esborso c’è stato e se non arrivano nuovi partner per la nuova Premium un accordo con Sky potrebbe rendersi necessario per il Biscione.
- Lancio del servizio streaming Sky Online (4 marzo) – A qualche mese dal lancio di Infinity (il servizio di video on demand in streaming di Mediaset), anche Sky Italia lancia il nuovo servizio video on demand in streaming Sky Online, distinto dall’offerta satellitare. Al momento del lancio, Sky Online comprende una selezione di film e serie tv, il live streaming dei canali Sky Cinema, Sky Atlantic e di tre canali Fox, per un totale circa 1.000 titoli. In aggiunta Sky Online offre l’accesso ad una serie di eventi sportivi, come automobilismo, tennis, rugby e golf. L’offerta commerciale base si articola nella formula a “ticket” mensile (rinnovabile). Gli eventi sportivi sono acquistabili a parte. Sky Online è fruibile su vari dispositivi, sia fissi che mobili (PC, Tablet, Game Console, Smart TV). Qui un articolo sul tema
- Accordo Mediaset-Vodafone per Infinity (8 aprile) – Mediaset sigla una partnership in esclusiva con Vodafone,con l’obiettivo di ampliare la diffusione broadband di Infinity. In questo modo i contenuti video e di intrattenimento potranno saranno accessibili sia in mobilità con il proprio Smartphone o Tablet, sia a casa su Smart TV, Game Console e PC. Qui un post sulla vicenda
- Accordo fra Sky e Telecom Italia per la distribuzione di Sky su ultrabroadband (10 aprile 2014) – L’accordo consentirà – dal 2015 – di guardare i programmi delle reti di Rupert Murdoch via internet, attraverso le reti ultrabroadband, quelle in fibra ottica, con un decoder My Sky HD apposito. Quindi, per chi vorrà, niente più parabola, ma contenuti veicolati attraverso la fibra. Gli stessi contenuti di Sky. L’accordo, della durata di 5 anni, prevede, una penale da 360 milioni di euro a scalare rispetto al ruolino di marcia delle nuove attivazioni previste: 1 milione in 5 anni. Qui un mio post sulla vicenda
- Rai non rinnova l’accordo con Google/YouTube (1 giugno) – La Rai dice addio a YouTube e oltre quarantamila video, caricati in alta definizione, vengono ritirati dalla piattaforma di proprietà di Google.
- Il Governo impone alla Rai una spending review di 150 milioni di euro (23 giugno) – Con l’approvazione del decreto Irpef, il Governo impone alla Rai di concorrere al risanamento con un prelievo forzoso una tantum di 150 milioni di euro. A novembre il Cda della Rai ha deciso di fare ricorso contro la decisione del Governo. A favore i sei membri del cda, contrari Luisa Todini (che si è dimessa) e Antonio Pilati. La presidente Anna Maria Tarantola si è invece astenuta. Nella seconda parte dell’anno di Rai si è parlato molto in relazione al progetto di revisione del canone. Il canone Rai viene congelato per il prossimo anno, con l’obbligo di mantenerlo ai livelli 2014 (113,50 euro). La misura, per tutto l’iter di approvazione della legge di Stabilità il tema della Rai, è più volte entrata e uscita. All’inizio, per contrastare l’evasione della tassa, si era parlato della possibilità di legare il canone alla bolletta energetica. Poi la misura è stata accantonata, vista la complessità della materia. Il congelamento del canone è adottato in vista di una revisione complessiva della normativa sulla tv pubblica.
- Cairo Communication si aggiudica il multiplex Lotto L3 (25 giugno) – Cairo Communication, attraverso la controllata Cairo Network, si aggiudica il lotto di frequenze televisive L3, per una durata di 20 anni, per un importo di 31,6 milioni di euro. L’aggiudicazione ha evitato il flop dell’asta delle frequenze ex Beauty contest (il dividendo digitale conseguente al passaggio dall’analogico) messe a gara dal ministero dello Sviluppo a febbraio. In palio c’erano tre lotti. L’unico a presentare offerte è stato Cairo per un lotto. Del resto, secondo il regolamento Agcom approvato ad aprile 2013 Rai, Mediaset e Telecom Italia Media non potevano partecipare all’asta. E alcune limitazioni c’erano anche per Sky. Tornando a Cairo, l’operazione è resa possibile grazie a un accordo pluriennale con EI Towers per la gestione tecnica del Mux, che prevede la manutenzione completa dell’infrastruttura che a regime dovrebbe avere una copertura del 94% della popolazione italiana. Cairo ha dichiarato che nel 2015 dovrebbe lanciare dei nuovi canali.
- Acquisizione dei diritti tv del campionato di serie A (26 giugno) – Sky Italia e Mediaset raggiungono l’accordo sulla ripartizione dei diritti tv per il campionato di calcio di Serie A per tre stagioni (2015-2018). L’accordo ha di fatto evitato blocchi e battaglie legali tra i due, permettendo alla Lega calcio l’approvazione di un piano di assegnazione dei pacchetti «alternativo» a quello emerso all’apertura delle buste tre settimane prima. In sostanza, a Sky sono andate tutte le partite dei campionati di Serie A dalla stagione 2015/16 a quella 2017/18 per la piattaforma satellitare per un prezzo totale di 572 milioni. La somma versata dalla tv del network di Rupert Murdoch è di poco superiore a quanto versato finora e comprende i cosiddetti diritti accessori, relativi alle interviste e alle immagini degli spogliatoi pre-partita, e quelli per il “3d” e “super hd”. Per 373 milioni di euro Mediaset si è invece assicurata i diritti del digitale terrestre per la trasmissione delle gare di andata e ritorno delle migliori otto squadre. La Lega Calcio incassa complessivamente 945 milioni: circa 130 in meno rispetto alle soluzioni prospettate dopo l’apertura delle buste, ma 114 in più del periodo in corso.
- Persidera, nuovo operatore di rete (30 giugno) – Dall’accordo fra Telecom Italia Media e il gruppo Editoriale L’Espresso nasce la società Persidera. Il nuovo operatore di rete indipendente (70% TiMedia e 30% Gruppo Espresso) gestisce 5 multiplex, per un giro d’affari annuo di 100 milioni di euro.
- Telefonica entra in Mediaset Premium (7 luglio) – Mediaset raggiunge un accordo con Telefonica, pochi giorni dopo la cessione alla stessa del 22% (in mano al gruppo di Cologno) della maggiore pay‐tv spagnola Digital+. L’operatore di telecomunicazioni acquisisce l’11,1% delle attività di Mediaset Premium, corrispondenti a un investimento di 100 milioni. La cifra corrisponde ad un equity value di 900 milioni della società di nuova costituzione, nella quale le attività pay di Mediaset sono state conferite dall’1 dicembre.
- Il Consiglio di Stato rimette in discussione il piano Lcn di numerazione dei canali del digitale terrestre (9 settembre) – Tutto da rifare per l’assegnazione dei tasti 8 e 9 del telecomando. Il Consiglio di Stato ha confermato l’illegittimità dell’assegnazione dei numeri dal 7 al 9 alle televisioni nazionali respingendo i ricorsi presentati da Agcom, Mise, Viacom / MTV Italia contro la sentenza con cui lo stesso Consiglio di Stato aveva annullato la delibera dell’Autorità sul nuovo piano di numerazione dei canali nel 2013. Il tutto rimettendo di fatto in discussione l’assegnazione del numero 8 e 9 a Mtv e Deejay tv che risale al 2010 e contro cui l’emittente pugliese Telenorba aveva fatto ricorso ottenendo il congelamento del piano Agcom di numerazione.
- Rai Way debutta a Piazza Affari (19 novembre) – Rai offre sul mercato il 30,5% della controllata Rai Way, la società che gestisce le torri di trasmissione della tv pubblica. In fase di collocamento Rai Way raccoglie 244,85 milioni, con una capitalizzazione pari a 802,4 milioni di euro. ll fondo statunitense Black Rock, che è anche la maggiore società di investimento al mondo, detiene il 5% circa del capitale di Rai Way.
- Nasce la grande Sky europea (21 novembre) – La Sky “europea” esce dal libro dei sogni e diventa realtà con il completamento dell’operazione che ha visto l’americana 21Century Fox vendere alla britannica BskyB il 100% di Sky Italia e il 57% di Sky Deutschland. Un’operazione fatta in famiglia con Murdoch che si toglie la maschera di proprietario del colosso Usa per indossare solo quella di azionista di riferimento di Sky. Fox aveva il 39,1% di BskyB e continuerà ad avere la stessa quota del gruppo paneuropeo che perde la B di british e la B di broadcasting, tornando ad essere solo Sky plc. Dalle casse di BskyB escono 6,89 miliardi di sterline in totale, compresi quelli pagati per portare in pancia alla nuova pay tv un altro 32% di capitale di Sky Deutschland raccolto fra i piccoli azionisti. L’operazione si chiude quindi con la nascita di Sky (Europe) che avrà in pancia la totalità della tv italiana e la quasi totalità di quella tedesca. Un colosso radicato in cinque paesi: Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Germania, Austria con una base di clienti che sfiora i 20 milioni
- Il primo esempio di tv italiana “delocalizzata”. In Albania nasce Agon Channel (26 novembre) – Al via Agon Channel, tv semigeneralista (visibile al canale 33) di Francesco Becchetti, imprenditore romano con interessi nel settore ambientale ed energetico. Investimento dichiarato 40 milioni, obiettivo 1% di share e 20 milioni di euro di raccolta pubblicitaria (affidata a Prs). Fr5a le star ci sono Simona Ventura e Sabrina Ferilli.La serata inaugurale a Milano ha avuto come ospite d’onore la star internazionale e premio Oscar Nicole Kidman. A metà dicembre Antonio Caprarica lascia la direzione delle news del canale in polemica con l’editore per quella che ritiene essere una palese mancanza di mezzi e strutture adeguate.
- In attesa di Netflix arriva in Italia Wuaki.tv (30 dicembre) – Con Wuaki.tv aumenta l’offerta di video on demand. La piattaforma, di proprietà del colosso giapponese dell’e-commerce Rakuten, fa partire la versione sperimentale. Nel 2015 il lancio vero e proprio per far concorrenza a player come Chili.Tv, Infinity (Mediaset), Sky Online, Timvision, Google Play – Qui un articolo sul tema