L’accordo sui contenuti video fra Vodafone e Mediaset: segnale chiaro per il mercato Tlc

L’accordo fra Vodafone e Mediaset in Italia, di cui abbiamo dato conto oggi sul Sole 24 Ore, è qualcosa che va al di là della semplice partnership commerciale. E’ vero: di base c’è un’intesa commerciale in base alla quale i clienti Vodafone (nel mobile chi ha il piano tariffario Internet incluso  e – attenzione – anche nel fisso) potranno usufruire gratuitamente dei contenuti di Infinity: la piattaforma video on demand in streaming targata Mediaset che si trova a combattere con Chili Tv, Cubovision di Telecom, Onde di Anica, da oggi Skyonline e in futuro Netflix e Amazon. Una gratuità di 3 o 4 mesi; dopo si potrà scegliere se continuare a pagare per il servizio (9,99 euro al mese) oppure no. Accordo commerciale quindi, ma che è anche il primo importante passo in Italia della Vodafone guidata da Aldo Bisio. Non può sfuggire il valore del partner, il gruppo di Cologno, alle prese con una fase di effervescenza legata a Infinity, ma anche al progetto pay tv con una newco in cui si dovranno capire rapporti di forza e di interscambio con Telefonica in Spagna. Ma non può sfuggire anche perché è la prima importante mossa del gruppo britannico delle Tlc, in un Paese importante per il gruppo, in cui sono previsti gli investimenti del Piano Spring, il cui Vodafone sta aumentando la dotazione infrastrutturale in 4G e in fibra e in cui, soprattutto, ci si interroga sui possibili futuri merger. Infostrada? Fastweb? Per ora la risposta sembra quella di chi intanto mette una  fiche sul tavolo dell’offerta dei contenuti video. Altrove (vedi Germania con Kabel Deutschland o Spagna con Ono) lo shopping è stato portato a termine. In Italia, visto che si va per le lunghe, intanto Vodafone ha scoperto le carte su come intende affrontare il mercato: spingendo sui contenuti video e con una modalità che sembra sconfessare, almeno nell’immediato, la possibile discesa nel ring dell’acquisto di contenuti (modello Bt per intendersi). Se il partner è importante, si veicolano contenuti video, si consumano dati, si fa business in un mercato che nel 2013 ha perso, solo sul fronte dei ricavi da servizi, 2,7 miliardi di euro in Italia. Non fa una grinza.