Non è un bel periodo per Amazon. Prima i conti che hanno deluso le attese, con un rosso di 427 milioni nel periodo terminato il 30 settembre contro i 41 milioni di perdita dello stesso periodo dell’anno scorso. E ora il muro contro muro con dipendenti dei centri logistici in Germania. Non è roba da poco visto che la Germania rappresenta il baricentro dell’attività di Amazon in Europa e lì, nei centri logistici, sono in attività 9mila dipendenti.
Alla protesta di oggi, organizzata dal sindacato Ver.di, aderiscono i lavoratori dei centri logistici di Amazon di Bad Hersfeld, Lipsia, Rheinberg e Graben fino alla fine dell’ultimo turno di mercoledì, mentre i dipendenti del centro di Werne incroceranno le braccia fino all’ultimo turno di domani. Il sindacato non ha fatto sapere quanti lavoratori partecipano allo sciopero generato dalla richiesta di salari maggiori. Gli stessi sindacati stanno da tempo chiedendo che l’inquadramento di questi lavoratori sia determinato dal contratto del settore spedizioni al dettaglio e all’ingrosso.
Il colosso di Seattle, secondo un’email di risposta riportata dall’agenzia Bloomberg, ha dichiarato che “l’azione di sciopero non ha avuto impatto su Amazon” e sulla sua attività di consegna. “La grande maggioranza dei dipendenti – hanno aggiunto da Amazon – sta lavorando normalmente”. Nel merito della richiesta, la risposta della creatura di Jeff Bezos è comunque tranchant: i lavoratori dei centri logistici di Amazon vengono pagati più della media del settore e non potrebbero trovare alcun beneficio in accordi collettivi differenti. Insomma, muro contro muro. Anche fra due visioni (molto, molto distanti) del business e del mondo del lavoro. E Natale si avvicina.