Tim e Vodafone hanno assicurato il proprio impegno su alcuni correttivi per una comunicazione efficace e trasparente delle modifiche contrattuali; Agcom verificherà il rispetto degli impegni.
Si apre un nuovo capitolo nella storia dei servizi di notifica di chiamata (“Chiamami” e “Recall” di Vodafone e “Losai” e “Chiamaora” di Tim ). Agcom ha comunicato di aver raggiunto una sorta di agreement con i due operatori mobili. L’obiettivo è quello di una migliore informazione ai propri clienti per questi servizi – offerti gratuitamente fino al 21 luglio da Vodafone e fino all’11 agosto da Tim – diventati a pagamento scatenando molti malumori che si sono riversati in rete, come spessa accade in questi casi. Per quanto riguarda “LoSai” e “ChiamaOra” di Tim il costo è di 1,90 euro a quadrimestre per le prepagate e di 0,48 euro al mese per abbonamenti; per “Chiamami” e “Recall” di Vodafone il costo è di 0,06 euro al giorno di utilizzo solo per prepagate consumer.
Ora, secondo quanto comunicato da Agcom, «a seguito delle audizioni svolte agli inizi di luglio, l’Agcom ha chiesto ed ottenuto l’adozione, da parte dei due operatori, di misure aggiuntive di trasparenza a tutela degli utenti». In particolare, gli impegni presi dagli operatori sono tre: il richiamo dell’informativa sullo stop alla gratuità dei servizi nella homepage dei siti web; una nuova pubblicazione su quotidiani di rilevanza nazionale per informare sullo stop alla gratuità per i servizi di notifica di chiamata, e una modifica del «messaggio informativo inviato ad ogni fruizione del servizio informativo di chiamata, per renderne più chiara l’onerosità». Tutto questo «per scongiurare addebiti inconsapevoli agli utenti che non abbiano letto il messaggio sms informativo inviato dall’operatore per avvertire della modifica».
Dunque, dopo l’azione dell’Antitrust che ha comunicato nei giorni scorsi di aver avviato un’istruttoria, ora è l’Agcom a essere scesa in campo, informando dei nuovi impegni presi dagli operatori e del fatto che verificherà «in concreto gli effetti della manovra e la relativa coerenza con le disposizioni del Codice delle comunicazioni elettroniche poste a presidio dei diritti di consumatori ed utenti», muovendosi anche «per limitare il contenzioso tra questi operatori e gli utenti inconsapevoli che chiedano il riaccredito degli importi addebitati per tali servizi». Un’ultima annotazione da parte della stessa Authority: «Si fa presente che i servizi in questione possono essere disattivati in qualsiasi momento contattando il proprio operatore, seguendo le istruzioni dell’albero di navigazione (IVR- Interactive Voice Response) del numero di assistenza clienti oppure quelle presenti nell’area di “self-caring” del sito web del gestore».