La situazione non è bella per nessuno nel settore editoriale. L’industria dei media è stata colpita con forza dall’emergenza Covid. Un colpo che è arrivato di riflesso (la mancanza di business nelle imprse ha portato a chiudere i rubinetti della pubblicità), ma che proprio nel propagarsi ha assunto forza.
Da questa situazione critica non è esente la Rai. A livello pubblicitario la concessionaria di Viale Mazzini ha perso il 20,1% nei primi cinque mesi dell’anno e il 37% nel solo mese di maggio.
Pur con i suoi introiti da canone, Viale Mazzini fa dunque i conti con il combinato disposto della mancanza di risorse dalla pubblicità e degli esborsi da diritti sportivi (Europei di calcio e Olimpiadi) che rischiano di creare ora una voragine nei conti del 2021.
Nell’ultimo Cda di ieri, a quanto ho potuto ricostruire e come ho riportato all’interno di un articolo pubblicato oggi a pagina 14 sul Sole 24 Ore (che parlava di Sky e della sua nuova stagione) per la Rai è stato prospettato un 2020 migliore del previsto (rispetto a un previsionale di -65 milioni) e un 2021 con rosso – complice anche le maggiori spese dovute allo spostamento delle competizioni sportive proprio al 2021 – che potrebbe essere di 118 milioni (se nel frattempo intervenissero correttivi) o di 210 milioni (senza interventi).
Se ne riparerà nel prossimo Cda del 29 giugno. Oggi intanto il consigliere Rai Riccardo Laganà, nel ribadire l’allarme sui conti di Viale Mazzini, ha dichiarato che servono “risorse certe e adeguate agli obblighi del contratto di servizio”.
Mala tempora currunt (sed peiora….)