#Crozza lascia La7 e va a #Discovery. Per Urbano Cairo una buona o una cattiva notizia?

Ufficiale. Dopo giorni di rumors è arrivata l’ufficialità: Maurizio Crozza lascia La7 e sbarca su Discovery. Il comico genovese condurrà uno show in diretta sul canale “Nove”, il generalista della scuderia Discovery che ha canali free come Dmax, Real Time, Focus e i canali per bambini Fresbee e K2, i canali Eurosport in Pay sia su Sky sia su Mediaset Premium e altri canali pay solo su Sky.

Domanda d’obbligo in questi casi: chi ci perde e chi ci guadagna?

  1. Crozza. Di sicuro ha strappato un buon contratto da Discovery che dopo 10 anni (3 di gestione Cairo) l’ha portato via da La7. Si parla di 3 milioni di euro a stagione, ma sono cifre da verificare. Anche la Rai probabilmente l’avrebbe voluto (o meglio: il dg Antonio Campo Dall’Orto lo avrebbe voluto). Peccato che politicamente (leggi il premier Matteo Renzi) l’ipotesi non abbia retto. Comunque sia l’idea che Crozza fosse “sul mercato” non era così peregrina.
  2. E qui veniamo al secondo punto. Per il patron di La7 Urbano Cairo la permanenza di Crozza sulla rete poneva da tempo interrogativi. Era indubbiamente la punta di diamante della programmazione di La7. Ma gli ascolti erano scesi (faceva oltre l’11% nel 2013; si parla di qualcosa attorno al 7% di share per l’ultima stagione). Però parliamo pur sempre di Crozza, capace di dare a La7 (3,52% il dato dell’editore comprensivo di La7 e La7d) una certa visibilità (e qui non si parla di audience). Secondo alcuni centri media che lavorano molto con Cairo, il gioco finiva per non vale più in termini di costi. Si parla (sono queste le cifre che circolano) di 10 milioni a stagione per mettere in onda Crozza. Ebbene, con questo share l’editore di La7 ne avrebbe perso almeno il 40% in questa stagione. Da qui il calcolo: ok, Crozza è Crozza. Ma di oltre 8mila ore di trasmissione tv in un anno e più di mille in prime time, Crozza occupava 21 serate da poco più di un’ora l’una. Un affare ritenuto in perdita. Da qui la distanza fra domanda e offerta.
  3. E per Discovery? Una cosa è certa: la media company americana non poteva stare con le mani in mano dopo aver acquistato il generalista ex Deejay tv dal Gruppo L’Espresso. Occorreva e occorre investire, con idee nuove per conquistare pubblico e combattere con quelli lì avanti: è quindi Rai, Mediaset, La7, ma anche Sky (che ha il canale Tv8, altro generalista). Pecunia non olet, ma conquistare spazi  significa anche questo. E conquistare spazi è senz’altro necessario per chi sul canale Nove ha meno dell’1% di share nel giorno medio anche se tutti i canali del gruppo nella stagione 2015-2016 hanno raggiunto il 6,35%, sempre  nel giorno medio. Il Ceo di Discovery Italia, Marinella Soldi, questo evidentemente lo sa benissimo.

I colossi hanno idee (lo si è visto dai palinsesti per Discovery), soldi e voglia di conquistare spazi. Tutti avvisati.