Più tempo, ma per risolverla prima. Può sembrare un paradosso, ma nel caso dell’affaire Wind-3Italia è proprio cosi.
Le due controllanti – Vimpelcom (Wind) e Hutchison (3 Italia) – hanno giocato una carta (forse l’unica) per ribaltare un tavolo che non è per nulla favorevole alla creazione di questa joint venture fra il terzo e il quarto operatore mobile italiano. In Uk una fusione simile è stata stoppata (fra la O2 di Telefonica e 3 Uk). Non piace alla Ue che si riduca il numero di operatori.
E quindi – come riportato sul Sole 24 Ore di oggi a pagina 32 – il 6 giugno Hutchison e Vimpelcom hanno inviato alla Ue un pacchetto di rimedi con l’indicazione dei possibili tre operatori che potrebbero ambire ad acquisire asset e a sottostare a condizioni per diventare il quarto opeeratore mobile italiano strutturato (Mno). Operatore con rete e siti dunque. Si tratta di Fastweb, la francese Iliad e Digicel che hanno presentato a Hutchison e Vimpelcom offerte preliminari. Nelle scorse settimane erano stati contattati anche Sky (la cosa è stata gestita direttamente dal quartier generale londinese) e Tiscali.
Da qui i rimedi che ho citato nell’articolo: cessione di spettro (2×30 MHz) – quindi non poco -; cessione di siti (5.425, di cui 1.425 in co-locazione); Ran sharing option (vale a dire una condivisione della rete nelle aree meno popolate) e accordo di roaming (se una comunicazione esce dalla rete va in roaming su altra rete) per 5 anni prorogabile per altri 5.
La Ue si è presa tempo fino all’8 settembre per decidere. Ma entro il mese qualcosa si saprà. E i giorni in più (la deadline era stata fissata prima al 10 agosto e poi al 18 agosto) serviranno a chiudere la procedura con un “fast track”, anzichè sfidare un diniego o una procedura più lunga. Il paradosso: più tempo, ma per risolverla prima.