Che il canone Rai avesse il marchio “tassa più odiata” lo si sapeva. Che ci sia un’evasione onestamente inaccettabile (27%) è altrettanto noto.
Far pagare di meno e tutti per un prodotto migliore, da “servizio pubblico”, può forse rompere questo circolo vizioso. Forse. A patto però che ci sia chiarezza cristallina. E (tanta) informazione.
Quest’anno per il canone Rai c’è una novità. Si pagherà con le bollette per le utenze elettriche. Non in una soluzione, ma in 10 rate. A partire da luglio. La novità non è da poco. E le domande possono essere tante. Alcune hanno già risposta, altre no perché aspettano ulteriori misure “attuative”, altre necessitano di approfondimenti.
Si sa per esempio che si pagheranno 100 euro anzichè 113,50. Per sempre? Per ora in punto di diritto la legge di stabilità fa intendere che i 100 euro sono solo per il 2016.
Poi, la tassa si paga solo sulla prima casa e una volta sola all’interno dello stesso nucleo famigliare a condizione che coniuge e figli risiedano nella stessa abitazione. Nel caso i coniugi possiedano due residenze diverse, dovranno pagare due volte il canone. Non sarà più possibile il suggellamento. Questo rientra nelle risposte certe.
Con quali modalità deve essere presentata la dichiarazione di non detenzione della Tv (che permetterebbe di non pagare il canone)? Qui occorre attendere un provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate.
Chi paga in caso di appartamento in affitto: inquilino o proprietario? Risposta: l’inquilino. E se la bolletta della luce è intestata al padrone di casa? Il canone non dovrebbe arrivare in bolletta, ma se così non fosse che si fa? Questo ancora non è chiaro. E se dovessi trovarmi a pagare come ogni anno il bollettino? Come recuperare? Potrebbe essere sufficiente una comunicazione alla società elettrica e all’Agenzia delle Entrate. Ma, almeno a me, non è chiaro.
Qui, sul sito dedicato al canone Rai, si possono trovare molte risposte. E anche un link per prenotare un appuntamento telefonico, gratuito.
Esiste anche un numero a pagamento (199.123000). Fino a ieri (almeno io l’ho letto ieri, ma ora non ne trovo traccia), il numero era indicato in questo sito. Ora non più. Nella Faq si trova solo il link “Numero unico per chi chiama dall’Italia”, ma senza l’indicazione del numero, piuttosto che “Costi della chiamata” dove sono riportati 14,49 centesimi al minuto oppure 5,67 centesimi (a seconda di giorni o fasce orarie). Da telefono mobile 50 centesimi al minuto con scatto alla risposta inferiore ai 15 centesimi, ma declinato dall’operatore.
A ogni modo, il numero non riportato (o non più riportato) nel sito si trova su questo secondo link dedicato dalla Rai sempre al canone. E comunque ha già fatto in tempo a scatenare, a mio modo di vedere giustamente, molte polemiche generate da una domanda: possibile che occorra pagare per un cambiamento così importante nel “servizio pubblico”? Non ci sono dipendenti Rai che possono rispondere gratuitamente alla richiesta di delucidazioni?
PS. A gennaio e febbraio i tg e le trasmissioni delle reti Rai hanno sempre, giustamente, ricordato la necessità di mettersi in regola con il pagamento del canone Rai. Sarebbe bene che un battage (almeno simile) per ricordare a tutti che non c’è da andare a pagare nulla negli uffici postali. Così, per equità.