La notizia arriva a due settimane dall’annuncio dell’accusa formale, da parte della Ue, mossa a Google per abuso di posizione dominante nelle ricerche online. E, in fondo, arriva dopo un periodo di accuse sempre più pressanti nei confronti del colosso di Mountain View, preso di mira dagli editori sul tema del diritto d’autore ma anche al centro di complesse trattative (vedi in Italia) per la propria posizione fiscale.
Oggi però Google e otto dei principali editori europei hanno deciso di dare vita alla Digital News Initiative (DNI), un’iniziativa pensata in forma di partnership per supportare il giornalismo di qualità in Europa attraverso tecnologia e innovazione. I partner fondatori sono Les Echos(Francia), FAZ (Germania), The Financial Times (Regno Unito), The Guardian (Regno Unito), NRC Media (Paesi Bassi), El Pais (Spagna), La Stampa (Italia) e Die Zeit (Germania). A questi si uniscono altre organizzazioni che si occupano di giornalismo tra cui lo European Journalism Centre (EJC), il Global Editors Network (GEN), l’International News Media Association (INMA).
Slancio per il futuro o mossa di convenienza di fronte ad attacchi che con i tempo si sono andati intensificando? In Spagna, solo per fare esempio, dove lo scontro con gli editori ha portato alla decisione, da parte di Google, di chiudere Google News con parziale immediata marcia indietro degli stessi editori (e contrarietà degli editori piccoli che il servizio Google News lo volevano e lo vogliono).
Di certo all’oggi si arriva dopo un lungo percorso e un altrettanto lungo dialogo fra Google e mondo dell’editoria. Certo, non potrà che rimanere deluso chi punta a remunerazioni da parte di Google per i diritto d’autore relativo agli articoli indicizzati. Su uesto il colosso di Mountain View è sembra irremovibile. Google ha però messo sul piatto per i prossimi tre anni, si legge in una nota, “150 milioni di euro per progetti in grado di dimostrare un nuovo approccio al giornalismo digitale”. Potrà farne richiesta “Chiunque lavori all’innovazione dell’informazione online potrà farne richiesta, inclusi editori riconosciuti, testate solo online e start up tecnologiche legate al mondo dell’informazione”. Saranno stabiliti criteri e modalità con un advisory group composto da editori e organizzazioni esperte.
Google e gli editori interessti dala partnership istituiranno poi un “gruppo di lavoro per esplorare lo sviluppo di prodotti legati all’incremento dei ricavi, del traffico e del coinvolgimento dei lettori”.
Infine la formazione e la ricerca. “Google – si legge ancora nella nota – investirà in formazione e nello sviluppo di nuove risorse per giornalisti e redazioni in Europa. Nello specifico: persone dedicate, che avranno sede a Parigi, Amburgo e Londra, per lavorare con le redazioni sulle competenze digitali”.
Sono poi previste partnerships formative con organizzazioni giornalistiche tra cui lo European Journalism Centre, WAN-IFRA, GEN, il Centro per il Giornalismo Investigativo e Hacks/Hackers e fra le varie cose Google finanzierà ricerche sullo scenario media, tra cui all’inizio: “una versione ampliata del Digital News Report del Reuters Institute che analizzi le modalità di fruizione delle notizie e il comportamento dei lettori in Europa, in 20 paesi” e “Borse di studio per la ricerca accademica sul giornalismo computazionale, tra cui data journalism, crowdsourcing e analisi dati”.