“Il Gruppo E-Care ha aperto ieri le procedure di licenziamento di ben 489 lavoratori della sede di Cesano Boscone (Milano) annunciando la contemporanea chiusura delle attività
operative ivi svolte”. Le parole di Fabio Gozzo, segretario nazionale Uilcom sanciscono l’arrivo di “un’altra bomba nel settore dei call center in crisi”.
E-Care contro Fastweb. Nessun commento ufficiale da parte dell’azienda (contact center con 2.300 dipendenti in Italia e 63 milioni di euro di giro d’affari nel 2013), ma da tempo la notizia era nell’aria da tempo. Tanto che a metà settembre c’è stato un presidio dei lavoratori E-Care davanti alla sede di Fastweb. Quale la colpa della controllata italiana di Swisscom? Non avere rinnovato la commessa. Appunto il motivo per il quale il contact center in outsourcing ha deciso di far partire le lettere di licenziamento. Questo insomma lo stato dell’arte, per una situazione che ricorda molto ciò che sta accadendo a Palermo, per la vicenda del call center Accenture, per il quale la multinazionale americana ha previsto la chiusura dopo che Bt non ha rinnovato la commessa.
La commessa Fastweb. Nella vicenda E-Care è dunque Fastweb, il committente, il colpevole in prima istanza? Certo è che fra Fastweb ed E-Care la contesa va avanti da tempo.
Il rapporto di collaborazione tra Fastweb e eCare riguarda infatti servizi di Customer Care (CC) e risale al 2006, integrato da attività di vendita (Teleselling) a partire dal 2010. Nel 2012 Fastweb ha indetto una gara per selezionare un partner di customer care dove concentrare le attività. Ecare non è stata invitata a partecipare, perché non ritenuta sufficientemente solide/affidabile. Nel corso del primo semestre 2013, Fastweb ha effettuato una razionalizzazione delle attività del parco outsourcer, che prevedeva per E-Care inizialmente una riduzione delle attività, propedeutica a un’uscita alla scadenza contrattuale (settembre 2013). A cavallo dell’estate 2013 il tavolo sindacale ha portato come risultato la garanzia occupazionale per 152 persone fino a Settembre 2014.
Sindacati contro il Governo. Il j’accuse che arriva dal versante sindacale va però anche oltre Fastweb. Nel settore “dei call center in outsourcing si sta registrando una crisi occupazionale dopo l’altra – ha aggiunto nella sua nota il sindacalista Uilcom – le cui cause sono principalmente da addebitarsi all’assenza di regole “europee” sugli appalti che consente continui cambi di appalto al ribasso di costi, senza alcuna forma di garanzia per i lavoratori già operanti sulle attività”. L’indice è quindi puntato sul “Governo, e la sua inerzia di fronte ad un problema da noi portato alla sua attenzione da mesi e per il quale aveva promesso azioni concrete già ad inizio settembre, è in primis il responsabile di tale stato di cose” dice il sindacalista.