La sempre più bollente patata del rincaro degli smartphone (copia privata). Tutto nelle mani di Franceschini

Il ministro dei Beni e attività culturali Dario Franceschini ha detto che a breve emanerà il decreto per adeguare l’equo compenso sulla copia privata. Ma ha poi, ancora una volta, invitato a una soluzione condivisa. E come si fa? Quella sull’equo compenso, o copia privata – o come si voglia definire il rincaro  dovuto al contributo che produttori e importatori di dispositivi elettronici (Pc, chiavette Usb, Mp3, tablet, smartphone, cellulari, Blu Ray cd, dvd e, novità, anche gli smart tv connessi al Web) sono tenuti a versare come indennizzo verso i titolari dei diritti di sfruttamento delle opere (musicali e video) – è una contesa in cui i duellanti sono distanti che più non si potrebbe.

Io ne scrivevo in questo articolo http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-04-09/balzello-equo-compenso-battaglia-rincari-hi-tech-stretta-finale-211558.shtml?uuid=

Oggi l’incontro voluto da Franceschini con le parti (industria dei contenuti Vs industria dei device). Nulla di fatto. Però il ministro ha messo a disposizione i risultati di un sondaggio voluto dal precedente ministro Bray.  Un sondaggio in cui si dice che solo il 13% dei consumatori fa uso di  copia privata. Per la Siae però il sondaggio manca di scientificità. “Le domande sulla copia privata sono poste male e fuorvianti”, è stato commentato da Siae con una nota.

Franceschini è poi scappato in Aula per il voto di fiducia sul dl lavoro. Arrivederci al prossimo incontro “ristretto” che si prevede sarà convocato a breve. Ma in queste condizioni con un sondaggio voluto dall’arbitro (il Ministero) non riconosciuto da una delle due parti in causa, qualcuno scommette sull’accordo?