Anche questo è un segnale di tempi di cambiamento con cui, purtroppo, bisogna fare i conti. I pre-roll sono alla base della pubblicità su Internet. Sfortunatamente già da qualche tempo – diciamo soprattutto dall’attentato subito in Francia dai giornalisti di Charlie Hebdo in poi ( e quindi parliamo di inizio 2015) – si è iniziato a porre il problema dei pre-roll legati a video che nei fatti sono video schock.
Domanda: è giusto che ci debbano essere dei video pubblicitari che precedono il video vero e proprio pubblicato sul web quando questo ritrae fasi di accadimenti così tristi e scioccanti come gli attentati di matrice islamica (e non solo)? E’ giusto che ci sia un guadagno per qualcuno (perché così accade con i pre-roll) che tragga origine da tragedie con le quali nostro malgrado si sta facendo i conti sempre più spesso?
Il presidente dell’Upa (l’associazione delle aziende che investono in pubblicità) Lorenzo Sassoli de Bianchi ha evidenziato, mettendolo nero su bianco, la sua contrarietà.
“Il rispetto per le vittime deve essere totale senza se e senza ma. Pensare di speculare emotivamente su questi temi è lontano dall’etica della pubblicita. Bisogna mettere in atto qualsiasi mezzo tecnologico per evitare questo fenomeno quando invece si presenta per pura coincidenza nei casi di sistemi automatizzati ci dobbiamo tutti impegnare ad un controllo piu rigoroso”, ha detto il presidente Upa. Una presa di posizione rispondendo a un appello lanciato dal pubblicitario Cesare Casiraghi. “Purtroppo abbiamo osservato come, probabilmente senza una precisa volontà, ma sicuramente a causa di uno scarso monitoraggio da parte di alcune testate all’inizio di questi video talvolta parte in automatico la pubblicità di aziende o di prodotti”, ha commentato Cesare Casiraghi
Onestamente se ne vedono sempre di meno di casi così. Ma è sempre bene che gli editori ci facciano molta attenzione