Riporto questo take d’agenzia di Adnkronos su un’indagine – condotta da Terre des Hommes in collaborazione con ScuolaZoo, su oltre 1.600 tra ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni, diffusa oggi in occasione del Safer Internet Day – che mi sembra molto interessante, e che riguarda il grado di consapevolezza da parte dei giovani sui rischi legati alla rete. Il cyberbullismo, l’abuso che si può subire della propria identità digitale, lo stalking: sono questioni da affrontare. Senza steccati o inutili prese di posizioni manichee: l’educazione alla rete da parte dei giovani non passa certo attraverso i divieti, all’invito più o meno pressante ad abbandonare un mondo virtuale considerato alla stregua di un Vaso di Pandora.
A metà dicembre ha anche fatto discutere la querelle legata alla decisione dell’Unione europea di portare da 13 a 16 anni (la decisione spetterà ai singoli Stati) il limite per il libero accesso a Facebook e altri social media. Ma poi, alla fine, la scelta migliore è quella di percorrere questa strada insieme. Di avere (i giovani) un’educazione che permetta di vivere le enormi possibilità e libertà che la rete garantisce e (i genitori) la lucidità di interpretare quello come un mondo da capire e interpretare il più possibile. Questo articolo scritto da Massimo Russo, ex direttore di Wired e ora vicedirettore della Stampa, è illuminante.
L’indagine condotta da Terre des Hommes in collaborazione con ScuolaZoo non fa che aggiungere conferme. Una per tutti: sono gli stessi giovani (più di 8 su 10) a chiedere che l’uso consapevole di Internet sia insegnato a scuola. Intuizione da cogliere, anche perché, il 43,1% ammette di comportarsi online in maniera differente da come farebbe offline. Dimenticando che la separazione è solo illusoria.
Il testo dell’agenzia:
Sexting, stalking, cyberbullismo e privacy online: i ragazzi e le ragazze italiane sembrano avere le idee chiare sui pericoli correlati ai social network e chiedono di essere lasciati liberi, convinti di sapersi difendere egregiamente da soli. Lo rileva l’indagine realizzata da Terre des Hommes in collaborazione con ScuolaZoo, su oltre 1.600 tra ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni, diffusa oggi in occasione del Safer Internet Day. Per l’81,5% degli intervistati è chiaro il pericolo nello scambiarsi foto o video a sfondo sessuale via sms o chat, ma solo il 38,7% accetterebbe una qualche forma di controllo su questa attività (ma il 44,1% delle ragazze, probabilmente più consapevoli di esserne sovente le vittime). L’81,7% degli intervistati (ma l’85,2% delle ragazze) pensa di essere «brava/o a proteggere la propria privacy su Internet», ma al contempo sembra trasparire una certa disponibilità a fidarsi, dimenticando che la rete e i file digitali raramente garantiscono il diritto all’oblio. Il 54,3% ritiene, infatti, che le proprie foto a sfondo sessuale andrebbero condivise solo tra persone che si fidano ciecamente l’una dell’altra senza tenere in conto, però, che in questo campo la fiducia rischia di essere sempre mal riposta. Non a caso, probabilmente, proprio le ragazze che sono le principali vittime del sexting, rispondono solo al 45,7% di essere d’accordo con questa affermazione.
Rimane viva l’illusione che Internet sia uno schermo dietro cui nascondersi o attraverso il quale mettere in scena una vita diversa, virtuale: il 34,7% pensa ancora che quello che gli accade su Internet sia appunto solo virtuale, in contrapposizione a un reale inteso solo come fisico. Il 43,1% ammette di comportarsi online in maniera differente da come farebbe offline, da un lato rivendicando un uso più libero e fuori dalle etichette dello strumento, dall’altro dimenticando che questa separazione è solo illusoria. Nonostante gli intervistati si dicano attivi anche nel segnalare agli amici contenuti a rischio (lo fa l’80,4%) o a denunciare contenuti illeciti (dice di farlo il 65,5%, il 73,9 delle ragazze e il 59,5 dei ragazzi), emerge in maniera netta la richiesta di poter inserire Internet a scuola «sia come strumento di apprendimento […] che come oggetto di insegnamento (libertà di espressione su Internet, netiquette, ecc.): un’affermazione che trova d’accordo l’83,3% degli intervistati. Un ultimo dato, che in qualche maniera contraddice l’idea di una separazione tra virtuale e reale, emerge dalla consapevolezza dei danni dei reati informatici. Per il 74,8% degli intervistati, infatti, «vedere le proprie immagini a sfondo sessuale circolare senza il proprio consenso online o su cellulari altrui è grave quanto subire una violenza fisica».
Fino al 14 febbraio 2016 – ricorda Terre des Hommes – è possibile sostenere la campagna «Invisibile agli occhi» della Onlus e aiutare 400 bambini e adolescenti con disagio psicologico e /o vittime di violenza fisica o psicologica in tutta l’Italia e 500 bambine vittime di abusi e sfruttamento in Perù e India. Il valore della donazione tramite il numero 45595 sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari TIM, Vodafone, WIND, H3G, PosteMobile, CoopVoce. Sarà di 2 euro anche per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Vodafone e TWT e di 2/5 euro per ciascuna chiamata fatta sempre al 45595 da rete fissa TIM, Infostrada e Fastweb. La campagna si svolge in collaborazione con il Segretariato Sociale Rai. Terre des Hommes da 50 anni è in prima linea per proteggere i bambini di tutto il mondo dalla violenza, dall’abuso e dallo sfruttamento e per assicurare a ogni bambino scuola, educazione informale, cure mediche e cibo.