Alla fine, come ho scritto sul Sole 24 Ore di oggi, le due aziende avrebbero trovato la quadra attorno a una cessione di ramo d’azienda, da Accenture a Bt, visto che il call center ora è tutto di Accenture, anche se nato da una cessione di ramo d’azienda di BT. Occupazione salvaguardata. Ma a quale prezzo? Il 70% dei dipendenti andrebbe verso Bt e il 30% rimarrebbe in Accenture. Ma come e dove? La palla passa all’incontro di domani, fra sindacati e azienda. prima del check definitivo, fissato per lunedì al Mise
Di seguito l’articolo, sul Sole 24 Ore di oggi, a pagina 15
Andrea Biondi
I sindacati incontreranno le due aziende interessate, Bt e Accenture, domani. Poi il prossimo appuntamento al Mise, con il quale il Ministero conta di chiudere la partita, è stato fissato per lunedì prossimo.
Qui – a quanto risulta al Sole 24 Ore – le parti dovrebbero arrivare con un accordo su una cessione di ramo d’azienda (da Accenture a Bt) con un 70% del personale impiegato nel call center di Palermo che sarebbe assorbito da Bt e un 30% da Accenture. Il tutto garantendo quindi l’occupazione a tutti i 262 lavoratori interessati.
Le due aziende avrebbero già ieri trovato la quadra “commerciale”. Ora ci sarà da chiarire i vari aspetti sindacali. E questo sarà il tema dell’incontro di domani. Comunque, la soluzione in discussione legittima al momento un grosso sospiro di sollievo per i 262 dipendenti del call center Accenture di Palermo, nato da una cessione di ramo di azienda di Bt del 2005 e con unico committente proprio l’azienda britannica. Bt, che si è dichiarata insoddisfatta da Accenture, aveva comunicato la rescissione del contratto a partire da fine ottobre. Accenture aveva deciso di ribaltare la decisione sui lavoratori. I quali da martedì scorso occupano la sede del call center in via Ugo La Malfa, a Palermo. Nell’incontro di martedì scorso Bt aveva parlato di un piano di rilancio, con un nuovo contact center a Roma, ma subordinando il tutto a una partecipazione di Accenture alle spese per investimenti e formazione.