Via i partiti dalla Rai. Quante volte lo si è sentito. Invano purtroppo.
Anche oggi la giornata si è chiusa con un sostanziale stallo sulle nomine dei direttori dei Tg. La maggioranza gialloverde non sembra aver trovato la quadra, con la poltrona di direttore del Tg1 che sta facendo da detonatore (con le quotazioni di Giuseppina Parerniti che sembrerbbero in discesa). Ma ogni giorno che passa cresce l’allarme per una situazione che, fuori e dentro la Rai, è definita di sostanziale immobilismo dell’azienda.
Le riunioni del Consiglio d’amministrazione di prassi in Rai si sono sempre tenute ogni 15 giorni al massimo. Il nuovo consiglio, pienamente operativo dall’estate, non si riunisce dal 27 settembre, giorno in cui il board ha preso atto del voto espresso dalla Commissione di vigilanza Rai completando l’iter di nomina di Marcello Foa a presidente.
Eppure, hanno tuonato i consiglieri Rita Borioni (Pd) e Riccardo Laganà (dipendenti Rai), l’azienda ha necessità che si riunisca il board, perché al di là delle discussioni sulle nomine c’è da far muovere l’azienda. Che già avrebbe dovuto far fronte ad alcuni obblighi previsti nel contratto di servizio a inizio settembre. Piano editoriale e piano industriale ad esempio. Il Mise ha concesso una proroga finoa marzo 2019. Ma il tempo passa. Come scorre anche avvicinando il redde rationem sui palinsesti della seconda parte della stagione (pare che l’ad Fabrizio Salini abbia però chiesto ai manager interessati dalla questione di presentare quanto di loro competenza entro il 31 ottobre).
Da qui la richiesta di convocazione del Cda dei due consiglieri, rimasta inascoltata. Perché? Si era detto che il Cda avrebbe dovuto riunirsi sulle nomine. La convocazione deve arrivare ai consiglieri 48 ore prima. E con la convocazione devono arrivare sul tavolo dei consiglieri anche i curricola dei nominandi. Ergo: non essendoci accordo sui nominandi, non può esserci Cda, è l’interpretazione che il presidente Foa sembra aver dato. Ma in azienda sale la tensione. È tutto (o quasi) fermo. Se non si conoscono i direttori (di rete come di tg) tutti i vari interlocutori si fermano guardinghi. E anche nelle redazioni l’incertezza non porta ovviamente vantaggi.
Per statuto con tre richieste di convocazione il presidente è obbligato a convocare il Cda (lo statuto parla di quattro noni, ma ora il Cda è composto da sette consiglieri). Chi sarà (se sarà) il prossimo consigliere ad aggregarsi facendo scattare l’obbligo?
In questo quadro si colloca l’iniziativa del sindacato dei giornalisti Rai. L’Usigrai ha annunciato che si presenterà lunedì in Viale Mazzini portando in dono ai consiglieri un pacco regalo. “A tre mesi dalla nomina regaleremo a ciascuno una copia del contratto di servizio in vigore ormai da quasi otto mesi praticamente inapplicate e una penna per firmare la richiesta di convocazione del Cda o le proprie dimissioni per manifesta in attività” si legge in un passaggio della nota dell’Usigrai, in allarme anche per gli effetti dello stallo sulle redazioni (vanno nominati di direttori di Giornale Radio, Rai Sport, Tgr.
Di seguito la nota integrale dell’Usigrai.
“Un pacco regalo per il CdA per i primi 3 mesi di immobilismo
Un’azienda ferma, immobile, in attesa di un totale cambio di direttori, senza aver mai spiegato perché?
Da quando è in sella, il vertice si è riunito 3 volte e solo per la nomina del Presidente.
Da quando è stato nominato, il Presidente non ha mai convocato il CdA. Mai.
È umiliante un CdA che ostenta la propria sudditanza alla politica: decide addirittura di non convocarsi in attesa che i partiti consegnino la lista della spesa delle nomine.
Evidentemente la loro priorità è occupare poltrone!
A 3 mesi dalla loro nomina, cosa hanno prodotto? Zero. Eppure non ci risulta abbiano rinunciato alle relative indennità per questi mesi.
Se fossero dipendenti, una qualunque azienda li manderebbe a casa per gli scarsi risultati durante i primi 3 mesi di prova.
Per questo abbiamo preparato un pacco regalo che consegneremo lunedì a Viale Mazzini per l’Amministratore delegato, il Presidente e i Consiglieri di Amministrazione.
A 3 mesi dalla nomina regaleremo a ciascuno una copia del Contratto di Servizio, in vigore ormai da quasi 8 mesi e praticamente inapplicato, e una penna, per firmare la richiesta di convocazione del CdA o le proprie dimissioni per manifesta inattività.
In assenza di una convocazione urgente del CdA, scriveremo a Vigilanza e AgCom e valuteremo l’avvio delle procedure di sciopero”.