Ma l’intelligenza artificiale sarà una iattura per l’occupazione?
Non è di questo parere Mauro Macchi, presidente e amministratore delegato di Accenture Italia.
“L’introduzione dell’Intelligenza artificiale generativa sul mercato del lavoro italiano, nei prossimi anni, avrà numerosi impatti positivi: il primo sarà la creazione di più di 2 milioni di nuovi posti di lavoro per effetto dei nuovi mestieri che nasceranno”, ha detto intervenendo a Sky Progress, in occasione del lancio della nuova Tech Vision che ogni anno analizza l’evoluzione tecnologica e le principali tendenze nel settore.
“Siamo davanti ad un vero e proprio cambio di rotta verso una tecnologia sempre più intuitiva, accessibile e responsabile, in definitiva ‘human by design’, con capacità e comportamenti simili a quelli umani i cui effetti rivoluzioneranno tutti i settori e i servizi offerti”, aggiunge Macchi, secondo il quale “se è vero che l’innovazione deve essere continuamente stimolata e mai soffocata, è altrettanto vero che l’avvento di tecnologie così pervasive richiede un’adeguata regolamentazione per allineare le esigenze di business a quelle delle comunità. L’Ai Act della Ue e le Commissioni nazionali vanno nella giusta direzione. Per le aziende e le pubbliche amministrazioni scatta adesso il conto alla rovescia per adeguarsi e dotarsi, nei prossimi 24 mesi, degli strumenti opportuni per un utilizzo responsabile di questa tecnologia“, conclude Macchi
A dare manforte agli ottimisti già a metà dello scorso anno è intervenuto uno studio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) – Generative AI and Jobs – secondo cui l’intelligenza artificiale generativa ha maggiori probabilità di aumentare i posti di lavoro anziché distruggerli.
Certo, attenzione a considerarla un Eldorado. I potenziali effetti dell’intelligenza artificiale generativa si sentiranno in particolar modo nel lavoro d’ufficio e per questo differiranno significativamente per uomini e donne, con più del doppio della quota di occupazione femminile potenzialmente interessata dall’automazione. Ciò è dovuto alla sovra rappresentanza delle donne nel lavoro d’ufficio, soprattutto nei paesi ad alto e medio reddito.
Fra ottimisti e catastrofisti: dibattito ampiamente aperto