Il bando per i diritti tv dei campionati di Serie A fra il 2018 e il 2021 è stato pubblicato sabato.
L’idea che circola – almeno dalle impressioni che ho raccolto qua e là – è che i broadcaster interessati potrebbero anche puntare ad andare sotto ai minimi con le offerte per i pacchetti in modo da andare a trattativa privata (novità di questo bando).
Occhio però. C’è da fare il conto con il bando per gli intermediari, oltre allo spauracchio di un canale della Lega e gli Over The Top chiamati per la prima volta quest’anno a sedersi a tavola. Mossa, questa, che sicuramente un po’ di pressione la mette ai broadcaster tradizionali. I quali da una parte sanno che la Serie A non ha più i valori di un tempo.
Ma sanno anche che pensare di farne a meno è una scelta quantomeno rischiosa. E da qui a fine mese (il 22 si apriranno le buste degli operatori, ma con tempo ulteriore per le trattative private e per tutto il resto) la partita, a scacchi, va fatta senza passi falsi.
Qui il mio articolo pubblicato sul “Sole 24 Ore” di domenica 7 gennaio, a pagina 14
La battaglia industriale. Al via le grandi manovre tra broadcaster e i colossi del web
«Over the top» in pressing
sugli operatori tv tradizionali
Andrea Biondi
Il tavolo per la resa dei conti è a questo punto apparecchiato. Nessuno nel mondo dei broadcaster si lancia in previsioni su come finirà questo bando per l’assegnazione dei diritti tv del campionato di serie A nel triennio 2018-21. Del resto l’esperienza recente (l’ultima gara è finita nel mirino di Antitrust e Procura di Milano) e quella recentissima (a giugno il primo bando ha registrato un flop) invitano alla cautela.
A taccuini chiusi si sposa l’idea di un’assegnazione “tradizionale” anche se a valle della trattativa privata (novità di questo bando) da innescare a seguito di offerte sotto i minimi. Uno scenario da partita a scacchi in cui però vanno considerati due spauracchi per i broadcaster: il progetto B del canale della Lega, ma anche il bando per gli intermediari, cui Infront potrebbe rivolgersi in caso di mancanza di risposte adeguate dagli operatori tradizionali. Fra gli elementi di novità e incertezza sono da annoverare anche i nuovi player. L’interesse di Amazon per la Premier League è indicativo di una strada ormai tracciata. Il pacchetto C, quello per gli Ott, potrebbe essere la porta d’ingresso dei colossi web nel calcio italiano. Su questo pacchetto, oltre ad attendersi le mosse dell’inglese Perform, si guarda con attenzione a Tim e Discovery. Nel primo caso, nonostante i niet proclamati nei mesi scorsi e tutti i nodi (divisioni fra collegio sindacale e Cda e all’interno dello stesso board, con faro della Consob) attorno alla joint venture con Canal +, un’offerta per portare il calcio su Timvision non viene data per esclusa dagli operatori. Per Discovery, che controlla Eurosport, c’è qualche possibilità (in realtà non tante) per un’offerta con la propria piattaforma Eurosport Player. Niente per il lineare, anche perché sarebbe troppo rischioso per un content provider non proprietario di piattaforma che invece, per il proprio canale “Nove” in chiaro, sembra puntare alla Coppa Italia. Intanto Discovery è al lavoro sul “piano B” della Lega Serie A: un canale proprio, lineare. A quel che risulta al Sole 24 Ore, sarebbe tutto sostanzialmente pronto, anche se non è una scelta da poco, quanto a costi e soprattutto perché a “comprarlo” dovrebbero essere poi i broadcaster. Residuale, ma esistente – anche se ne andrebbe verificata poi la compatibilità a norma di legge – l’eventualità che il canale della Lega possa essere resa B2C. È ovvio comunque che gli occhi sono puntati sui “big”: Mediaset e soprattutto Sky. Nell’ultimo bando il Gruppo di Cologno si è aggiudicato le partite delle 8 migliori squadre per 373 milioni l’anno. Il pacchetto B ha una base d’asta minima di 260 milioni. Va però considerato che in questo pacchetto (come negli altri due per piattaforma) non c’è la Roma. Altro elemento: i diritti accessori (ad esempio, immagini degli spogliatoi, interviste prima della partita, nell’intervallo e a fine gara) sono inseriti nel pacchetto Platinum ABC, che può essere acquistato da uno solo tra gli assegnatari dei pacchetti A, B e C, con un prezzo mimino di 50 milioni di euro. Dettaglio non da poco. La pay tv di casa Murdoch ha già messo nel carniere Champions ed Europa League per il prossimi triennio. È evidente, d’altra parte, che da Sky più che da Mediaset Premium (che per Cologno non è core) ci si attende un’offerta di calcio completa. Per il bando 2015-2018 Sky si è aggiudicata i diritti di tutta la serie A a 572 milioni l’anno. Più o meno è la cifra che servirebbe anche in questa tornata. Certo gli investimenti per riportare in casa la Champions sono stati consistenti. Qualcosa tornerà dall’accordo in dirittura d’arrivo con la Rai per il chiaro. Ma la partita è aperta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA