Pare proprio che in Francia dopo le liti Google riesca sempre a trovare al quadra. Dopo l’accordo da 60 milioni con il quale ha chiuso (almeno per il momento) lo scontro con gli editori stavolta è YouTube ad aver raggiunto un accordo con l’emittente Tf1.
La piattaforma – acquistata da Google nel 2006 per 1,65 miliardi di dollari e che ha superato da tempo il traguardo del miliardo di iscritti – e Tf1 hanno messo fine ieri a un conflitto che andava avanti da sette anni. I punti dell’accordo: YouTube continuerà a mettere a disposizione Content Id, ci sarà una partnership per la creazione di canali e contenuti originali da parte di TF1 su YouTube e alla fine dovrebbe esserci anche il versamento di un milione di euro dalla piattaforma all’emittente (anche se queste notizie circolano sul web e non hanno ottenuto alcuna conferma).
Quel che è certo è che in una nota Tf1 e YouTube si sono detti «soddisfatti di questa collaborazione, che apre nuove prospettive» e anche che si mette fine a un contenzioso che andava avanti dal 2007. Fu allora che Tf1 iniziò a lamentare la presenza di contenuti propri sulla piattaforma, senza vedersi riconosciuto alcun compenso per lo sfruttamento dei diritti d’autore.
L’anno seguente si va in tribunale con una richiesta da 150 milioni di euro da parte di Tf1 nei confronti di YouTube. Si arriva al Tgi (il tribunale di grande istanza) con le accuse – mosse dall’emittente francese – di concorrenza sleale e violazione del copyright.
I primo grado non va però bene per la realtà nata dalla privatizzazione dell’emittente tv di Stato. Il responso del 2012, sfavorevole a Tf1, viene determinato dal fatto che la piattaforma secondo i giudici non può essere considerata responsabile dei video caricati dagli utenti, anche se violano il diritto d’autore, a condizione che il sito abbia un sistema per rimuovere i contenuti una volta ricevute le notifiche dai suoi proprietari. Cosa che in effetti You Tube ha con Content ID.
Ora, prima della conclusione della fase giudiziaria, è arrivato l’accordo che ha alla base un meccanismo di revenue sharing. Google ha così chiuso un fronte aperto da molto tempo con una decisione che – c’è da giurare – avrà ripercussioni anche ben al di là dei confini francesi, con il colosso di Mountain View che ovviamente farà pesare quanto successo Oltralpe anche nelle sue altre battaglie in giro per l’Europa. L’ultima, in ordine cronologico, vede l’un contro gli altri Google e gli editori italiani guidati dal presidente Fieg Maurizio Costa