L’eco dell’ordinanza del Tribunale di Roma che ha respinto il ricorso di urgenza di alcuni giornalisti del Tg5 è arrivata dritta a Saxa Rubra, c’è da giurarci. E non avrà fatto piacere agli interessati di casa Mediaset (che non sono solo i sei ricorrenti, ma anche 19 ormai ex giornalisti del Tg5), ma neanche ai giornalisti Rai che vedono avvicinarsi il Piano Gubitosi.
I fatti. Alcuni giornalisti del Tg5 (per la precisione 19, di cronaca e di esteri), sono passati alla redazione di News Mediaset, l’agenzia interna al gruppo, “fabbrica comune dei servizi giornalistici per tutte le testate di Mediaset”. Un passaggio maldigerito e in cui sono rimasti coinvolti anche due componenti del Cdr. Lo scopo però era ottimizzare le risorse e il direttore Mimun e l’azienda sono andati per la loro strada. Poi il ricorso d’urgenza presentato da sei giornalisti e la doccia gelata, arrivata ieri. I giornalisti potrebbero ora procedere con il rito ordinario, nel merito, visto che il Tribunale ha deciso sulla mancanza di periculum in mora che rappresenta la base dell’urgenza (articolo 700 cpc) che scatta quando viene ravvisato un pericolo del danno che potrebbe verificarsi con la lentezza del procedimento ordinario. Ma con il rito ordinario, nel merito, i tempi della battaglia con Mediaset diventerebbero forse troppo lunghi.
Questa la nota di Mediaset di oggi pomeriggio. “Con l’ordinanza del 18 settembre 2014 depositata in data odierna, il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso d’urgenza presentato da alcuni giornalisti in forza al “Tg5” che contestavano la correttezza del riassetto giornalistico in atto nelle testate Mediaset. Riorganizzazione che prevede cambiamenti di testata a parità di condizioni. Il provvedimento del Giudice del Lavoro Flavio Baraschi ha giudicato non convincenti e infondate le argomentazione dei ricorrenti, dal momento che lo spostamento degli stessi dalla testata “Tg5” si inserisce “in un più ampio progetto di riorganizzazione dei telegiornali Mediaset, giustificato tra l’altro da ragioni di sostenibilità economica”. Il progetto garantisce comunque ai ricorrenti la dipendenza dal medesimo editore, continuità nella realizzazione di servizi giornalistici nel settore “cronaca” ed “esteri”, pari trattamento economico e normativo, oltre che stessa sede di lavoro.
Il piano “15 dicembre”. Quanto stava succedendo in casa Mediaset era al cetro delle attenzioni dei giornalisti Rai. Il dg Luigi Gubitosi ha infatti promesso accorpamenti massicci e una unica redazione a fornire servizi per i telegiornali di tutte le reti. Due le newsroom previste: una in cui accorpare le redazioni di Tg1, Tg2 e Rai Parlamento; la seconda con Tg3-RaiNews-Tgr-Cciss-meteo-Web. E’ il succo del piano “15 dicembre”, chiamato così, ha spiegato Gubitosi in un’intervista a L’Espresso, perché “in quella data nel 1979 nacquero la Tgr e il Tg3 completando l’assetto delle testate”. Sul timing, il completamento dovrebbe avvenire fra 2015 e 2016. Certo, se lo spostamento dei giornalisti del Tg5 fosse stato censurato dal giudice del lavoro, alla Rai i giornalisti dei vari Tg avrebbero di sicuro tirato un sospiro di sollievo.
Dopo Tg3 e Tg1, le proteste del Tg2. “Il piano di riforma dell’informazione Rai presentato dal Direttore Generale, Luigi Gubitosi, è inaccettabile perché mira a ridimensionare il Servizio Pubblico. Non serve ad avvicinare la Rai ai cittadini e ad allontanarla dalla politica: è una riforma parziale, sbagliata, nata vecchia”. E’ quanto si legge nel documento dell’assemblea dei giornalisti del Tg2 approvato all’unanimità. La levata di scudi dei giornalisti del Tg2 segue quelle dei giornalisti del Tg3 e del Tg1 che hanno inviato due lettere aperte alla commissione di vigilanza Rai.